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Gli stereotipi di Concita

Concita De Gregorio Sono in biblioteca e sto catalogando le novità. Tra di esse mi ritrovo il volume 365D : trecentosessantacinque giorni da donna  una sorta di volume celebrativo dell'essere donna, una sorta d'anticalendario dove, per ogni giorno dell'anno una donna per qualche motivo nota esprime se stessa, il suo essere donna. Per catalogarlo ovviamente lo sfoglio, ne leggo la presentazione, scritta da una giornalista famosa, Concita De Gregorio, firma di Repubblica prima e poi direttrice de L'Unità . E subito m'incazzo come una vipera. La prima frase di Concita per presentare il libro è: Direte, guardando questi ritratti: sono tutte bellissime. Ma perché? Quello che abbiamo davanti non è un calendario Pirelli o una qualsiasi altra pubblicazione riservata a foto di avvenenti modelle più o meno nude (e più o meno interessanti proprio in ordine alla loro avvenenza fisica) ma ad una pubblicazione che ne intende mostrare uno spaccato a 360 gradi inserendo gi...

Revisionismi ed esagerazioni

Anna Maria Merlo scrive sul Manifesto di oggi (21/02/2013) stigmatizzando la decisione dell'Istituto italiano di cultura di Parigi di dedicare a Giovanni Gentile un seminario alla Sorbona presentando il filosofo come "vittima della guerra civile" e "assassinato da una banda di partigiani". La Merlo da conto di una petizione contro tale seminario che denuncia il clima di "nuovo revisionismo". Tuttavia curiosamente la Merlo accusa la direttrice dell'Istituto, Marina Valensise, di non ricordare, nella propria presentazione, che Gentile, assieme a tutte le cariche assunte all'interno e per il Fascismo, fosse anche "primo firmatario, nel '38, del Manifesto della Razza". In realtà se andiamo a cercare nel Manifesto della Razza, disponibile su vari siti della Rete, vediamo sì comparire tra i firmatari il nome di Gentile, ma non certo tra i primi, ed anzi assieme ad altri nomi come Pietro Badoglio, Piero Bargellini, Vittorio Beonio Br...

I mattoni digitali della nuova biblioteca

Qui di seguito le slide presentate al 7° Sebina Day ad Ancona l'8 Novembre 2012. Chiedo scusa con colleghe e colleghi e con lo staff Data Management per il ritardo nella pubblicazione, ma, come si è visto del resto dal silenzio di questo blog, non sono state molte le occasioni di riflessione da allora su questo o su altri temi biblioteconomici da parte mia. Troppo pressante la necessità di rincorrere i problemi della quotidianità e da ultimo la mazzata (detto da me sembra quasi una battuta) della sospensione del prestito intersistemico. Eppure proprio in un momento come questo sento la necessità di rivedere quella presentazione e di ripensare a quanto detto (e sentito) per tentare di elaborare la dicotomia tra il tentativo di pensare, di progettare la biblioteca all'interno dei nuovi scenari digitali e la trivialità della crisi economica che colpisce prima di tutto l'istruzione e le biblioteche, cioè proprio quegli istituti che potrebbero contribuire a mantenere ape...

Riflessioni a margine del Bibliopride

I bibliotecari e le bibliotecarie hanno dovuto affrontare difficoltà quando ancora gli altri uffici pubblici navigavano in acque relativamente tranquille: questo perché un po’ sempre e ovunque dirigenti/amministratori/politici all’investimento a lungo termine costituito dalla biblioteca e dai suoi servizi hanno preferito e preferiscono investimenti in servizi ed eventi d’immediata visibilità quantunque di breve respiro. Ma oggi bibliotecari e bibliotecarie hanno aggiunti ai problemi di sempre problemi nuovi che approfondiscono ed aggravano quelli vecchi. Pensiamo alla Legge Levi che non fa differenza tra l’individuo lettore e l’istituzione biblioteca preposta a promuovere, diffondere la lettura ed a realizzare attività finalizzate all’educazione permanente. Pensiamo ai libri elettronici che vengono trattati, sia come logiche distributive, sia da un punto di vista legale, in modo completamente diverso dagli omologhi cartacei. In più, ovviamente, l’approfondirsi della crisi econo...

Heidegger, il nazismo e il pensiero

Ho già parlato in due post del libro di Faye ( Heidegger, l’introduzione del nazismo nella filosofia ), ma ora, dopo averne conclusa la lettura, vorrei esprimere in modo maggiormente circostanziato il mio parere. Innanzi tutto tante sono e tali le prove portate e commentate sul nazismo e sul razzismo di Heidegger nelle sue opere che non ha alcun senso tentare, come per altro pure fa Vattimo nella sua recensione già commentata, di negarlo. Vattimo sostiene: Il punto è che l'hitlerismo di Heidegger - innegabile dopo il 1933 e mai fatto oggetto da lui di un vero e proprio ripudio, di un atto di pubblico pentimento - non dà luogo a una filosofia razzista, tanto che i molti interpreti che hanno letto e utilizzato Heidegger anche «da sinistra», non lo hanno mai rilevato. Quello che Faye invece dimostra, e non basta sostenere che non è vero perché nessuno prima se n’è accorto, è esattamente che la filosofia di Heidegger è improntata al nazismo ed al razzismo. Quello invece che mi...

Ancora su Heidegger: la difesa di Vattimo

Dopo aver scritto (anzi, mentre scrivevo) il post precedente m'è accaduto di ruminare la risposta di Vattimo ( http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/il-libro/articolo/lstp/457017/ ) al libro di Faye, perché sostanzialmente Vattimo fa emergere una questione che già m'era balenata, ma la presenta come difesa d'ufficio dell'uomo-Heidegger. Cosa che mi lascia invece perplesso. Ha ragione Vattimo sul fatto che il sapere (egli continua a dubitarne, ma le prove che porta Faye sono tante e talmente circostanziate, che un ipotetico tribunale non potrebbe tenerne conto) Heidegger nazista e razzista non annulla per ciò stesso la sua filosofia. Faye aggancia la condanna per razzismo e nazismo all'uomo alla condanna per razzismo e nazismo alla sua filosofia, sostenendo per ciò stesso che la dottrina di Heidegger non è filosofia ma in qualche modo aberrante ideologia ponendo in equivalenza Essere e tempo e il Mein Kampf . Sebbene trovi indecorosa da parte di Vattimo la dif...