Qui di seguito le slide presentate al 7° Sebina Day ad Ancona l'8 Novembre 2012.
Chiedo scusa con colleghe e colleghi e con lo staff Data Management per il ritardo nella pubblicazione, ma, come si è visto del resto dal silenzio di questo blog, non sono state molte le occasioni di riflessione da allora su questo o su altri temi biblioteconomici da parte mia.
Troppo pressante la necessità di rincorrere i problemi della quotidianità e da ultimo la mazzata (detto da me sembra quasi una battuta) della sospensione del prestito intersistemico.
Eppure proprio in un momento come questo sento la necessità di rivedere quella presentazione e di ripensare a quanto detto (e sentito) per tentare di elaborare la dicotomia tra il tentativo di pensare, di progettare la biblioteca all'interno dei nuovi scenari digitali e la trivialità della crisi economica che colpisce prima di tutto l'istruzione e le biblioteche, cioè proprio quegli istituti che potrebbero contribuire a mantenere aperte le prospettive di ripresa.
Ho chiesto a Stefano Parise un intervento a Piacenza (il prossimo lunedì 4 marzo, alle 10, presso la sede della Provincia in via Garibaldi, 50) che, prendendo spunto dal suo aureo libretto di cui ho parlato diffusamente anche qui, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, spieghi a bibliotecarie e bibliotecari perché in biblioteca devono restare (a parte ovviamente lo stipendio sempre più miserrimo da dipendente pubblico, o peggio di cooperativa, ma comunque necessario per sbarcare il lunario) coscientemente ed orgogliosamente. Perché è proprio oggi che, anche come bibliotecari (assieme agli insegnanti), è possibile fare la differenza tra progresso e recessione, mentale e culturale, ma anche economica.
E allora la terribile sospensione del prestito intersisitemico, che improvvisamente riporta la Provincia di Piacenza - biblioteconomicamente parlando - indietro di oltre dieci anni e minaccia di vanificare gli sforzi di coordinamento degli acquisti che nel caso della microarea di Piacenza est si è coagulato in un consapevole sforzo di redazione di una carta delle collezioni collettiva che proprio quest'anno sarebbe stata in dirittura d'arrivo, che mina ancor di più di quanto abbia fatto la Legge Levi i sempre più risicati bilanci per l'acquisto di opere perché un conto è prendere decisioni d'acquisto sapendo che alle spalle si ha il bacino di collezioni di un sistema attingibile in maniera ragionevolmente rapida ed economica, un altro conto è dover gestire la collezione come unicum territoriale, circondati da altri unicum che inevitabilmente prenderanno decisioni identiche alle nostre dilapidando le poche risorse nelle identiche scelte che garantiscono l'ottimizzazione dell'investimento attraverso il numero dei prestiti, allora questa sospensione non può non ed anzi deve far riflettere sul fatto che è esattamente questa la situazione del digital lending.
Ad esempio in Provincia di Piacenza abbiamo la situazione della biblioteca capoluogo, la Passerini-Landi, che ha adottato la piattaforma Media Library On-Line, mentre tre biblioteche della convenzione "Piacenza est" proporranno a brevissimo ai loro utenti la piattaforma ReteIndaco di Data Management. Queste due situazioni, queste due biblioteche digitali sono tra loro incompatibili come due biblioteche tradizionali prive di prestito intersistemico. E se il prestito intersistemico è essenziale per il servizio di un'attuale biblioteca "cartacea", lo è e lo deve essere in ugual misura anche per le biblioteche digitali. Le biblioteche - anche da piattaforme diverse - devono potersi scambiare gli ebook e le risorse digitali in generale. Il problema della "sicurezza" dei dati digitali è un problema che non può essere risolto alzando steccati e muri (tra l'altro steccati e muri in ambito digitale di solito sono quelli più facili da far crollare) ma trovando accorgimenti possibilmente semplici per consentire alle biblioteche di condividere le risorse e permettere a tutti i propri utenti di usufruirne. Qualsiasi altra prospettiva - compresa quella che attualmente stiamo vivendo - è contraria alla mission della biblioteca attuale che come istituzione unicum nel territorio reale o digitale è destinata all'inessenzialità ed all'estinzione.
Chiedo scusa con colleghe e colleghi e con lo staff Data Management per il ritardo nella pubblicazione, ma, come si è visto del resto dal silenzio di questo blog, non sono state molte le occasioni di riflessione da allora su questo o su altri temi biblioteconomici da parte mia.
Troppo pressante la necessità di rincorrere i problemi della quotidianità e da ultimo la mazzata (detto da me sembra quasi una battuta) della sospensione del prestito intersistemico.
Eppure proprio in un momento come questo sento la necessità di rivedere quella presentazione e di ripensare a quanto detto (e sentito) per tentare di elaborare la dicotomia tra il tentativo di pensare, di progettare la biblioteca all'interno dei nuovi scenari digitali e la trivialità della crisi economica che colpisce prima di tutto l'istruzione e le biblioteche, cioè proprio quegli istituti che potrebbero contribuire a mantenere aperte le prospettive di ripresa.
Ho chiesto a Stefano Parise un intervento a Piacenza (il prossimo lunedì 4 marzo, alle 10, presso la sede della Provincia in via Garibaldi, 50) che, prendendo spunto dal suo aureo libretto di cui ho parlato diffusamente anche qui, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, spieghi a bibliotecarie e bibliotecari perché in biblioteca devono restare (a parte ovviamente lo stipendio sempre più miserrimo da dipendente pubblico, o peggio di cooperativa, ma comunque necessario per sbarcare il lunario) coscientemente ed orgogliosamente. Perché è proprio oggi che, anche come bibliotecari (assieme agli insegnanti), è possibile fare la differenza tra progresso e recessione, mentale e culturale, ma anche economica.
E allora la terribile sospensione del prestito intersisitemico, che improvvisamente riporta la Provincia di Piacenza - biblioteconomicamente parlando - indietro di oltre dieci anni e minaccia di vanificare gli sforzi di coordinamento degli acquisti che nel caso della microarea di Piacenza est si è coagulato in un consapevole sforzo di redazione di una carta delle collezioni collettiva che proprio quest'anno sarebbe stata in dirittura d'arrivo, che mina ancor di più di quanto abbia fatto la Legge Levi i sempre più risicati bilanci per l'acquisto di opere perché un conto è prendere decisioni d'acquisto sapendo che alle spalle si ha il bacino di collezioni di un sistema attingibile in maniera ragionevolmente rapida ed economica, un altro conto è dover gestire la collezione come unicum territoriale, circondati da altri unicum che inevitabilmente prenderanno decisioni identiche alle nostre dilapidando le poche risorse nelle identiche scelte che garantiscono l'ottimizzazione dell'investimento attraverso il numero dei prestiti, allora questa sospensione non può non ed anzi deve far riflettere sul fatto che è esattamente questa la situazione del digital lending.
Ad esempio in Provincia di Piacenza abbiamo la situazione della biblioteca capoluogo, la Passerini-Landi, che ha adottato la piattaforma Media Library On-Line, mentre tre biblioteche della convenzione "Piacenza est" proporranno a brevissimo ai loro utenti la piattaforma ReteIndaco di Data Management. Queste due situazioni, queste due biblioteche digitali sono tra loro incompatibili come due biblioteche tradizionali prive di prestito intersistemico. E se il prestito intersistemico è essenziale per il servizio di un'attuale biblioteca "cartacea", lo è e lo deve essere in ugual misura anche per le biblioteche digitali. Le biblioteche - anche da piattaforme diverse - devono potersi scambiare gli ebook e le risorse digitali in generale. Il problema della "sicurezza" dei dati digitali è un problema che non può essere risolto alzando steccati e muri (tra l'altro steccati e muri in ambito digitale di solito sono quelli più facili da far crollare) ma trovando accorgimenti possibilmente semplici per consentire alle biblioteche di condividere le risorse e permettere a tutti i propri utenti di usufruirne. Qualsiasi altra prospettiva - compresa quella che attualmente stiamo vivendo - è contraria alla mission della biblioteca attuale che come istituzione unicum nel territorio reale o digitale è destinata all'inessenzialità ed all'estinzione.
PS: un sentito ringraziamento alle colleghe Denise Picci e Virginia Gentilini per le suggestioni presenti nei rispettivi blog che ho ripreso e citato nell'intervento al Sebina Day.
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