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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

T.A.Z. e immediatismo o del rendersi invisibili

T.A.Z. di Hakim Bey è un libro che ho in libreria praticamente da quando ne è uscita in Italia la prima edizione, nel 1993. All’epoca, se eri interessato alle controculture che stavano nascendo o trasferendosi sulla Rete, all’etica hacker, alle nascenti forme d’arte legate ai New Media, non potevi fare a meno di conoscere il concetto di “Temporary Autonomous Zone” teorizzato dal (misterioso, all’epoca) Hakim Bey. Le zone temporaneamente autonome erano quelle dei pirati del XVIII secolo, ma anche le comunità che si andavano formando anche nella e grazie alla Rete. Zone autonome dal potere costituito, dallo Stato e dalla Chiesa, dal controllo del sistema economico del capitalismo, ma temporanee perché non ambiscono a rivoluzionare l’esistente, un po’ perché probabilmente non ne avrebbero la forza, un po’ perché consapevoli che la rivoluzione, nel caso abbia successo non porta alla liberazione (dell’individuo) ma ad un’altra forma di potere (e non è un caso che Bey consideri gemelli cap