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Visualizzazione dei post da 2019

Freud, Kant e i videogiochi

Appena finito di scrivere qualche impressione, non proprio positiva , su Ten Things Video Games Can Teach Us (About Life, Philosophy and Everything)  (Robinson, 2017), passando dai capitoli scritti da Jordan Erica Webber (i primi cinque) a quelli del coautore Daniel Griliopoulus tocca tornare precipitosamente sull'argomento. Nel suo primo capitolo Griliopoulus si occupa di libero arbitrio. Il gioco principalmente analizzato è Deus Ex: Mankind Divided , ma non è tanto tale accostamento che mi ha lasciato perplesso, quanto l'analisi della contrapposizione tra libero arbitrio e causalità universale con la teoria della "mente tripartita" tra coscienza, id e superego alla base della psicanalisi freudiana. Griliopoulus chiude in questo modo l'argomento: It's worth noting that none of these theories  has any basis in empirical evidence - they're just narratives drawn from our subjective experience of how our minds work. While that might be good enough for pse

L'io tra identità e differenza (o della filosofia spiegata coi videogiochi)

Sto leggendo il libro Ten Things Video Games Can Teach Us (About Life, Philosophy and Everything)  di Jordan Erica Webber e Daniel Griliopoulos (Robinson, 2017) che illustra i concetti fondamentali della filosofia utilizzando esempi tratti dal medium videoludico. Ad esempio "conoscenza e scetticismo" sono analizzati mediante la serie di Legend of Zelda  e (tra gli altri) Max Payne , Heavy Rain , Assassin's Creed ; la filosofia della mente è indagata attraverso (tra gli altri) The Talos Principle , Soma , Omikron: The Nomad Soul , la serie di Mass Effect ; ecc. Sono arrivato all'incirca a metà, al concetto di identità personale e sopravvivenza analizzato a partire dal capolavoro videoludico BioShock Infinity . In questo videogioco abbiamo due antagonisti - Booker DeWitt e Zachary Comstock - che si rivelano essere la stessa persona che, ad un certo punto della vita, di fronte ad una scelta cruciale in un possibile mondo ha fatto una scelta ed in un mondo possibile alt

Visioni postcristiane

Ho conosciuto Paolo Cugini durante gli studi universitari presso la Facoltà di Pedagogia dell’Università di Parma, trascorsi i quali però la vita ci ha divisi, per distanza geografica e professionale. L’ho reincontrato abbastanza di recente in uno di quei gruppi sui social dove si ritrovano vecchi compagni di scuola/di studi. Ed ho scoperto che il suo percorso umano e professionale è stato quello di diventare sacerdote, un sacerdote impegnato in aree difficile come il Brasile e in aree apparentemente più “tranquille” come la diocesi di Reggio Emilia occupandosi però di di argomenti scomodi come i fedeli LGBT. Paolo ha pubblicato già diversi libri, sia in italiano, sia in portoghese, ma l’uscita di un suo nuovo libro - V isioni postcristiane. Dire Dio e la religione nell’epoca del cambiamento (EDB) - e la possibilità di rivederlo e di ascoltare le sue riflessioni alla presentazione dello stesso a Piacenza mi hanno spinto ad acquistarlo ed a leggerlo. Visioni postcristiane (faccio qu

Linguaggi artificiali e importanza della lettura: l'antico linguaggio di Heaven's Vault e Bliss a confronto

Heaven’s Vault è un videogioco (per Windows e PS4) prodotto e sviluppato dallo studio indipendente inglese Inkle . Qui potete leggere la mia recensione del gioco. Qui vedere il relativo trailer. Il gioco sostanzialmente comprende tre elementi di gameplay: l’elemento avventuroso: scoprire cosa è successo ad uno scienziato scomparso e portare a termine le sue ricerche su un’antica civiltà e sulle cause della sua caduta che potrebbero essere le stesse che minacciano la civiltà attuale; l’elemento esplorativo: ci troviamo in un’immaginaria “galassia” percorsa da “fiumi” che ci è possibile navigare non solo per spostarci da un pianeta all’altro ma anche per esplorare lune e relitti al fine di recuperare reperti utili alle nostre ricerche (anche solo per barattarli coi mercanti d’arte); l’elemento davvero originale del gioco: la necessità di tradurre il linguaggio dell’antica civiltà costituito da glifi di cui all’inizio abbiamo esclusivamente una rudimentale co

La pelosa gratitudine di Matteo Bittanti

Matteo Bittanti è forse il più noto esponente italiano - a livello internazionale - di game studies . Attualmente docente presso l'Università IULM di Milano, ha tenuto corsi e seminari e ha lavorato come ricercatore in diverse Università, compresa la University of California a Berkeley. Ha pubblicato numerosi testi ma, forse attività ancora più importante, ha promosso, curato e diretto raccolte di studi e collane dedicate ad approfondire lo studio critico ed accademico dei videogiochi. Eppure, da un po' di tempo in qua non è possibile fare a meno di sentire in tutto ciò che scrive una sorta d'insofferenza, di mal sopportazione del mondo videoludico che pure ha contribuito al suo curriculum ed alla sua notorietà. Ovviamente non è che chi studia qualcosa debba essere emotivamente coinvolto con l'oggetto dei propri studi, però... Sto ad esempio leggendo l'ultima raccolta di saggi da lui curata per Mimesis: Fenomenologia di Grand Theft Auto  e non posso non saltare

"I libri per tutti" e la CAA trasformata in dialetto

Qualche anno fa una educatrice della scuola d’infanzia, nonché cara amica, mi sottopose, in qualità di  bibliotecario, il suo progetto di realizzare alcuni semplici testi in simboli della     Comunicazione Aumentativa . Il mio consiglio fu quello di utilizzare testi privi di diritti (fiabe, testi tradizionali) e di realizzare i lavori utilizzando le licenze Creative Commons. Il suo lavoro andò avanti e alla fine dell’anno scolastico venne, assieme ai bambini, a consegnarmi in biblioteca i lavori realizzati. I testi realizzati furono catalogati e la versione in PDF fu caricata nel repository di Polo a disposizione di chiunque la volesse scaricare ed utilizzare. All’epoca ero anche assai attivo nel Comitato scientifico della piattaforma di biblioteca digitale ReteINDACO e quindi, anche su richiesta dell’educatrice, chiesi la possibilità che i testi fossero messi a disposizione di tutte le biblioteche che utilizzavano ReteINDACO. Mi scontrai però con la contrarietà di alcun