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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Expect more: Salarelli e Ferrieri (per non parlar di Lankes)

 Nell’ultimo numero di AIB Studi (v. 60, n. 3, 2020) è possibile leggere una riflessione di Alberto Salarelli (professore associato di Bibliografia e Biblioteconomia e di Documentazione digitale presso il Dipartimento Lettere, Arti, Storia e Società dell’Università degli Studi di Parma) sull’ultimo libro di Luca Ferrieri: La biblioteca che verrà: pubblica, aperta, sociale (Bibliografica, 2020). L’articolo di Salarelli, Tutte le passioni non spente di un bibliotecario: considerazioni attorno a La biblioteca che verrà di Luca Ferrieri , è disponibile in open access sul sito di AIB Studi . In esso Salarelli fornisce un giudizio ambivalente del libro di Ferrieri: rimarca positivamente la prospettiva di lungo periodo, il rifiuto di porsi in un’ottica falsamente neutrale e l’espressa esigenza di una fondazione teorica della disciplina biblioteconomica, ma ne critica l’impostazione “attivistica” contro la forma attuale della biblioteca pubblica come istituzione. Fin troppo facile l’ironia s

Perché non possiamo non essere mazdei oggi

 Sono svariati i motivi per cui mi sono interessato al mazdaismo: tutto parte naturalmente dall’interesse per Philip K. Dick che ne riprende il presunto manicheismo (per altro un elemento assunto anche nel cristianesimo), in particolare nell’ Esegesi , e per Nietzsche (il cui Così parlò Zarathustra è uno dei primi testi di filosofia letti al di fuori delle prescrizioni scolastiche), ma si ricollega all’interesse ed allo studio per l’esperienza teorica e storica del confederalismo democratico curdo in Rojava in cui trovano rifugio le popolazioni mazdee superstiti alle persecuzioni da parte dei fondamentalisti islamici, a cui certo non fa da scudo il fatto che la religione mazdea è contraria al proselitismo attivo (a differenza ovviamente sia del cristianesimo sia dell’islamismo, che hanno promosso la propria diffusione sulla punta delle armi). La lettura del testo sacro del mazdeismo, l’ Avest ā (nell’edizione UTET del 2013 – a sua volta riedizione dell’originale del 1974 – a cura di