Quando, nei giorni scorsi, ho visto tra le novità della libreria il libro di Robert M. Pirsig Sulla Qualità (sottotitolo solo sul frontespizio: Scritti scelti e inediti ; Adelphi, 2024) ho compiuto un vero e proprio viaggio mentale nel passato. L’anno era il 1982/’83, il mio primo anno di frequenza della Facoltà di Magistero dell’Università di Parma. All’epoca la composizione del piano di studi era molto più liberale di quella odierna ed era necessario l’inserimento solo di 5 corsi in istituti fondamentali sui 19 esami necessari per discutere la laurea. Per il sottoscritto le aree erano: Filosofia, Psicologia, Sociologia, Letteratura italiana e (ovviamente dato che sono laureato proprio in questo) Pedagogia. Non mi ricordo quale fosse il motivo, ma all’inizio non volevo affrontare subito il corso di Pedagogia, così inizialmente rimase fuori dalla mia bozza di piano di studi, ma dovetti fare i conti con le reazioni di amiche e amici usciti dalla prima lezione del corso di Pedagogia I
Sono già passati due anni e mezzo da quando, un po’ per gioco e senza nessuna particolare aspirazione “accademica”, ho pubblicato su questo blog un post esaminando una comunicazione istituzionale del mio Comune di residenza (e mio datore di lavoro dal 1987 al 2021). La comunicazione che esaminavo era un avviso relativo ai contributi per i libri di testo pubblicato sul sito istituzionale e le relative news sui social. In particolare sottolineavo come la comunicazione fosse ben poco “leggibile”, soprattutto da coloro a cui era principalmente indirizzata – famiglie in difficoltà economiche che potevano usufruire di un contributo economico per l’acquisto di testi scolastici per i figli – essendo scritta in “burocratese” piuttosto che in un linguaggio accessibile. Il motivo della mia attenzione alla comunicazione di questo Comune era dovuto al fatto che, prima del 2018, per diversi anni mi ero occupato anche della comunicazione sul sito istituzionale del Settore socio-educativo, al cui int