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Visualizzazione dei post da 2020

Temporalità di Heidegger e Attualismo di Gentile

Tempo fa, in un’omelia durante una messa, il parroco ha criticato la concezione di “essere per la morte” di Heidegger contrapponendola all’“essere per la vita” della religione cattolica, in particolare all’“essere per la vita eterna”, per la vita che ci aspetta oltre la morte. In questi giorni, spinto da questo pensiero, ma anche continuando una linea di ragionamento già abbozzata qui , ho affrontato la lettura di Essere e tempo di Martin Heidegger. Ovviamente Heidegger l’ho studiato all’università, ma le letture fatte, oltre ai testi come quello dedicato a lui da Vattimo ed a saggi presi da diverse opere, non avevano mai finora compreso l’opera maggiore e più famosa. Eccomi quindi a recuperare un testo acquistato circa 25 anni fa e poi riposto in attesa di tempo ed ispirazione. Ed il piacere di scoprire che il timore un po’ reverenziale che aveva contribuito a tenermene distante non era giustificato, o almeno non del tutto. L’opera è sì complessa ed oscura, ma riesce ad esprimere chia

Anna e Eddi

Anna Campell Eddi Marcucci  Mi sia consentito dedicare il 25 novembre a due donne straordinarie. Due ragazze in realtà. Una non è più con noi, l'altra invece è esattamente qui, ma le viene dedicato l'esatto contrario del tributo e del rispetto che meriterebbe. La prima è Anna Campbell (conosciuta anche col nome curdo Hêlîn Qereçox) morta a 26 anni nel 2018 nella difesa di Afrin. Traduco dalla pagina inglese di Wikipedia a lei dedicata :  Anna Montgomery Campbell (1991-15 marzo 2018), nota anche come Hêlîn Qereçox, è stata una femminista britannica, anarchica e attivista per l'abolizione della prigione che ha combattuto con le Unità di protezione delle donne (YPJ) nel conflitto del Rojava della guerra civile siriana. Durante il conflitto in Rojava, Anna Campbell ha combattuto con l'YPJ nella campagna di Deir ez-Zor, un attacco allo Stato islamico dell'Iraq e alla roccaforte del Levante di Deir ez-Zor. È stata anche coinvolta nelle attività dell'YPJ a sostegno dei

Il dialogo e la rete

  Qualche tempo fa Antonio Bianchi, del Centro Studi Inbook mi ha prestato un libro consigliandomene caldamente la lettura: Metodi dialogici nel lavoro di rete: per la psicoterapia di gruppo, il servizio sociale e la didattica di due ricercatori e psicoterapeuti finlandesi Tom Erik Arnkil e Jaakko Seikkula (Erickson, 2013). Il libro propone di sostituire i vari approcci psicoterapeutici per il trattamento del disagio psicologico e sociale con il metodo dialogico: in particolare con i due approcci del Dialogo Aperto e del Dialogo Anticipatorio . Approcci piuttosto che tecniche in quanto non serie di istruzioni formalizzate che il terapeuta deve di volta in volta seguire ma piuttosto una modalità di confrontarsi con l’altro che abbia le caratteristiche della rete e del rispetto. Della rete perché deve essere coinvolta tutta la rete familiare ed amicale (ed eventualmente anche lavorativa) del soggetto che soffre. Del rispetto perché il terapeuta si deve porre non sul piedistallo del pr

Pubblica Amministrazione: adempimento vs. servizio

Nella cultura della Pubblica Amministrazione possono essere viste due tendenze fondamentali: una che si focalizza sull’adempimento e l’altra che invece si focalizza sul servizio. La cultura dell’adempimento prevede sostanzialmente il rispetto di leggi e regolamenti come obiettivo principale della PA. In quest’ottica il flusso procedurale è legato in via prioritaria alla redazione, corretta ed irreprensibile, dell’atto amministrativo. Ciò che per svariati motivi tende ad uscire o a non combaciare con quanto previsto o è a priori rigettato o viene messo alla ricerca di una competenza che sia specificatamente adeguata ad occuparsene. Anche la valutazione del dipendente, in quest’ottica, può essere subordinata alla quantità ed eventualmente alla qualità degli atti prodotti. La cultura del servizio è invece focalizzata sul soddisfacimento del bisogno degli utenti e leggi e regolamenti non sono finalità ultime ma piuttosto strumenti per raggiungere l’obiettivo del soddisfacimento. In tale cu

Letture nel lockdown alla Biblioteca di Fiorenzuola

La Biblioteca comunale "Mario Casella" di Fiorenzuola d'Arda (PC) , forzatamente chiusa durante le settimane del lockdown, al posto delle previste iniziative di lettura in presenza sia per le scuole sia per l'utenza libera, ha realizzato "videoletture", grazie anche al supporto dei volontari del Servizio Civile, caricate sul canale Youtube dalla Biblioteca e condivise sulla sua pagina Facebook. Complessivamente sono state caricate 60 letture dal 19 marzo alla fine di maggio, tutte di testi per bambine e bambini dai 3 anni in su, con la presenza anche di testi in simboli della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per bambini con bisogni comunicativi complessi realizzati dalle biblioteche di Castelvetro, Fiorenzuola, Monticelli e Sarmato. Dalla data di inizio fino a tutto maggio il canale ha avuto 3.815 accessi (in media 60 accessi circa per ogni videolettura). Le tre letture con il maggior numero di visualizzazioni sono state: Pizzicamì, Pizzicamè e la str

CAILLOIS TRA APOLLINEO E DIONISIACO

La lettura del classico dei game studies I giochi e gli uomini: la maschera e la vertigine di Roger Caillois (pubblicato da Caillois nel 1958 e letto nell’edizione Bompiani del 2019) mi ha riportato ad una vecchia ed appassionante lettura dell’epoca degli studi universitari. Una lettura che come un mantra ritorna come richiamo necessario per approfondire e dipanare nodi che incontro in svariati nodi del conoscere. Faccio però un passo indietro. Ritorno all’ Homo ludens di cui ho giò parlato qui e qui per ricordare come Huizinga proponga un’interpretazione “civilizzatrice” del gioco. Per Huizinga infatti dal gioco gli uomini traggono le “meccaniche” per le istituzioni civili che si sono venute raffinando (e progressivamente perdendo la qualità ludica) nel corso della storia. Per Huizinga il gioco è alla base della filosofia, del diritto, della scienza, ecc. (Considerando che il libro di Huizinga è del 1933) Caillois riparte da qui e raffina ulteriormente tale interpretazione ludico-a

No more Facebook

Ormai da più di un mese il mio account Facebook è bloccato. Tutto è iniziato con la richiesta di Facebook di caricare un documento d'identità fotografandolo tramite una app messa direttamente a disposizione dal social. Da allora il laconico messaggio che mi si propone è il seguente: Il controllo delle tue informazioni potrebbe richiedere più tempo del solito Grazie per aver inviato le tue informazioni. Le abbiamo ricevute correttamente. A causa della pandemia di coronavirus (COVID-19), disponiamo di un numero inferiore di persone addette al controllo delle informazioni. Il controllo del tuo account potrebbe richiedere più tempo del solito. Facciamo sempre molta attenzione alla sicurezza delle persone su Facebook, pertanto fino ad allora non potrai usare il tuo account. Grazie per la comprensione.  Ora, dopo il tempo passato, il messaggio è evidentemente farlocco dato che anche la pubblica amministrazione più inefficiente e disorganizzata sarebbe riuscita in oltre un mese a controll

Homo ludens: play e game

  La lettura di Homo ludens di Johan Huizinga, il testo che per primo consapevolmente e programmaticamente analizza il gioco all’interno della storia e della cultura umana, e che per questo viene considerato all’origine dei “game studies” ( vedi qui per un parallelo tra l’analisi huizinghiana e l’antico classico cinese I Ching ), pubblicato originariamente nel 1939, nell’edizione italiana (quella utilizzata dal sottoscritto è del 2002) Einaudi si arricchisce di un saggio introduttivo di Umberto Eco del 1973: “Homo ludens” oggi . Sinteticamente Eco rimprovera ad Huizinga di non considerare nel suo testo la dicotomia, perfettamente esplicitata in lingua inglese, tra play e game . Play , l’oggetto del libro huizinghiano, è l’attività ludica, il giocare. Game è invece il sistema di regole e meccaniche del gioco. Nella sua critica ha ragione a sottolineare come Huizinga, che pure sottopone ad una analisi linguistica approfondita il concetto di gioco passando dalle lingue primitive a quel