Andrew Roskill, Chief Executive Officer di BiblioLabs, società che offre alle biblioteche la piattaforma di biblioteca digitale BiblioBoard (http://www.biblioboard.com/), ha pubblicato su Library Journal (http://lj.libraryjournal.com/2014/08/opinion/kindle-unlimited-and-libraries-opinion/) una serie di interessanti considerazioni sul nuovo servizio Kindle Unlimited che permette - per il momento solo per il pubblico statunitense l'abbonamento, per $ 9,99 al mese (circa € 7,45) l'accesso a 600.000 e-book e a migliaia di audiolibri tra cui Hunger Games, i thriller di James Patterson, e i libri di Tolkien, Umberto Eco, così pure come classici e saggistica. Per Roskill il nuovo servizio è una invasione nel "core business" delle biblioteche, ma giudica che le biblioteche possano rispondere alla minaccia portata da Amazon mediante due strategie: convenienza e servizi complementari.
La convenienza è naturalmente la gratuità del servizio bibliotecario, a fronte di quello offerto da Amazon, che però per essere giudicato un reale valore deve accompagnarsi alla "User Experience" (UX) che si adatta alle esigenze delle nuove generazioni di utenti fornendo il servizio, tramite app accessibili ovunque in modo intuitivo, coinvolgente e rapido.
I servizi complementari sono la disponibilità di spazi fisici e della competenza dei bibliotecari, le iniziative organizzate dalle biblioteche (presentazioni di autori, corsi, ecc.) che mal si adattano all'ambiente virtuale.
Ma soprattutto quello che a cui le biblioteche devono puntare è l'affidabilità riconosciuta in modo naturale ed indiscusso nel promuovere specifici autori, editori, generi ed eventi, nel riuscire a raccomandare al lettore un libro in un modo personalizzato con cui nessun algoritmo che lavora su un database di acquisti effettuati può competere. È questa capacità, unita a quella della creazione di collezioni specificatamente adeguate al contesto locale in cui vive la biblioteca, che possono far sì che non solo la biblioteca stessa possa mantenere la "brand awareness" di cui gode, ma anche, grazie ad un'abile strategia legata alla convenienza ed ai servizi complementari, estenderla alla dimensione digitale.
A me pare che queste argomentazioni di Roskill vadano ad intersecare due riflessioni eminentemente biblioteconomiche: quella di Sarah Ann Murphy e del bibliotecario come "information consultant" da una parte (vedi: http://ossessionicontaminazioni.blogspot.it/2012/01/reference-librarian-vs-information.html) e quella di Lankes e del valore dei servizi bibliotecari legati alla professionalità del bibliotecario (vedi: http://www.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xvii-2/mazzetta.htm) dall'altra. Non è (più) a fare la differenza la disponibilità dei documenti e la loro consultabilità/prestabilità: un servizio come Kindle Unlimited può facilmente, con le risorse a disposizione della multinazionale, surclassare qualsiasi biblioteca digitale (e non solo). Quello che Amazon non ha e non può avere è: una rete di bibliotecari che creano collezioni non astratte, ma centrate sulla propria comunità di utenti; professionisti che sanno fornire al proprio pubblico - tendenzialmente conosciuto in maniera non puramente economico-statistica - consulenza che va dal consiglio di un libro adatto ai suoi particolari gusti/desideri, alla informazione di comunità, a raffinate consulenze di natura non solo bibliografica; organizzatori di eventi socio-culturali che formano e arricchiscono la comunità in cui si svolgono. Tutto questo, per utilizzare il termine che Roskill riprende da David Vinjamuri, è uno dei più affidabili e rispettati "brand". Per questo Roskill consiglia i bibliotecari di non rincorrere Amazon sul suo campo (cosa già evidenziata anche da Lankes) ma piuttosto migliorare (trasferendole all'ambiente digitale) e comunicare le potenzialità ai membri della comunità di riferimento con una attività di marketing che finora è stato il principale punto debole delle biblioteche.
Da questo punto di vista mi sembra che sia estremamente importante: "taggare" ogni transazione informativa con l'utente/membro con un marcatore distintivo della biblioteca (dal logo sul segnalibro ad un ambiente integrato in cui presentare tutte le risorse disponibili sul Web, ecc.); costruire una comunità attorno alla biblioteca di membri disposti a supportare le iniziative, collaborare, fornire idee e consigli. Per far questo sono contemporaneamente indispensabili i volontari (persone che siano disponibili a prestare tempo e competenze per il bene della propria biblioteca e della propria comunità) e i bibliotecari professionisti che sappiano coordinare l'attività e fornire il servizio di qualità che distingue il brand bibliotecario da quello di Amazon.
Andrew Roskill a TEDxCharleston: Get a read on this - libraries bridging the digital divide
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