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Perché, nonostante tutto, continuare a leggere libri di carta

Durante le vacanze al mare, la scorsa settimana, un tweet di Mauro Sandrini mi ha portato a leggere il post di Andy Sparks "Why you should quit reading paper books". Traduco, qui di seguito, i passi che mi paiono più rilevanti:
Quello che non riesco a sopportare è trascorre un numero incalcolabile di ore leggendo solo per perdere lentamente dalla memoria quanto letto.
Quando leggi sul Kindle e evidenzi i passaggi che riteni belli, interessanti o impegnativi, invii un bellissimo regalo al tuo futuro te stesso...
Seguono citazioni da libri di Dan Simmons, Isaac Asimov, ecc.
Ho migliaia di citazioni come queste. Rivedo periodicamente le citazioni tramite la pagina di "note e evidenziazioni" di Kindle, ma preferisco esportarle in Evernote dove posso effettuare delle ricerche. Quando sto lavorando su un'emozione o un'idea, cerco il termine e le citazioni che lo contengono.
Funzione indubbiamente utile che rende elettronicamente efficiente l'attività che ricordo dall'adolescenza e soprattutto dagli anni universitari di sottolineare e ricopiare i passi più rilevanti dei libri che leggevo, sia che mi servissero per gli esami sia che si trattasse di interesse personale.
Mi viene però un dubbio: ancorché ricercabili, qual è la reale utilità di migliaia di citazioni (tenendo anche conto dell'esistenza di uno strumento come Wikiquote)? Non sarebbe preferibile optare per il diritto all'obsolescenza? Mi spiego. Leggo, sottolineo, memorizzo. Se fra uno, cinque, dieci anni non ricorderò più un passo, una citazione (ovviamente al di fuori di esigenze professionali: uno studioso ad esempio di letteratura, un critico, hanno esigenze diverse) davvero avrà senso il poterli recuperare tramite un data-base elettronico? Semplicemente piuttosto non si saranno rivelati, di fronte al trascorrere del tempo e all'incalzare delle esperienze, così significativi come invece ci erano apparsi in principio?

Di più il vedere in spiaggia tanta gente leggere libri, libri di carta (ma ero in Croazia, le esperienze italiane mi parlano piuttosto di quotidiani, magazine, riviste di enigmistica...), mi conferma che il libro di carta, con la sua fisicità e la sua copertina, ci serve anche per definirci rispetto agli altri in un luogo pubblico (nonostante la superiore comodità del libro elettronico). Il Kindle (o in generale l'e-book reader o il tablet) sono invece anonimi e fanno piuttosto pensare a quelli che ci rivolgono una distratta occhiata che siamo probabilmente impegnati in una discussione su Facebook o Whatsapp.

Manca ancora alla lettura elettronica la possibilità di mostrare al mondo cosa leggiamo (mentre invece è utilissima se ci portiamo qualche "zozzeria" che ci tenga desto l'ormone) e questa non è una mancanza da sottovalutare, soprattutto perché i lettori forti amano esibire le proprie letture, amano usarle come documento d'identità delle proprie passioni.

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