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La pelosa gratitudine di Matteo Bittanti

Matteo Bittanti è forse il più noto esponente italiano - a livello internazionale - di game studies. Attualmente docente presso l'Università IULM di Milano, ha tenuto corsi e seminari e ha lavorato come ricercatore in diverse Università, compresa la University of California a Berkeley. Ha pubblicato numerosi testi ma, forse attività ancora più importante, ha promosso, curato e diretto raccolte di studi e collane dedicate ad approfondire lo studio critico ed accademico dei videogiochi.
Eppure, da un po' di tempo in qua non è possibile fare a meno di sentire in tutto ciò che scrive una sorta d'insofferenza, di mal sopportazione del mondo videoludico che pure ha contribuito al suo curriculum ed alla sua notorietà. Ovviamente non è che chi studia qualcosa debba essere emotivamente coinvolto con l'oggetto dei propri studi, però...
Sto ad esempio leggendo l'ultima raccolta di saggi da lui curata per Mimesis: Fenomenologia di Grand Theft Auto e non posso non saltare sulla sedia quando leggo il seguente passo al termine del suo intervento introduttivo:
Sono inoltre grato allo straordinario sistema di biblioteche pubbliche della regione Lombardia che mi ha consentito di accedere, a costo zero, a un numero pressoché infinito di libri ormai fuori stampa. La biblioteca pubblica, strumento democratico di accesso alla cultura e al sapere, va strenuamente difesa dalla tossica logica neoliberista sottesa all'industria culturale nonché dal feroce anti-intellettualismo populista di questi anni. Ben vengano le ludoteche comunali, ma anzitutto preserviamo le biblioteche.
Si tratta di tre frasi. Se Bittanti si fosse fermato alle prime due, il sottoscritto, come credo tutte le colleghe ed i colleghi bibliotecari, sarebbe stato pronto a sottoscrivere ed a condividere orgogliosamente. Ma Bittanti ha sentito il bisogno di fare una distinzione. Distinzione non casuale perché proprio nelle biblioteche pubbliche di Milano e dintorni si sono diffuse a macchia d'olio - anche grazie al coinvolgimento in International Games Day/Week - le gaming zone con collezioni e servizi comprendenti coding, giochi da tavolo e videogiochi, il tutto gabellato abbastanza sprezzantemente per "ludoteca". Dimostrando che se Bittanti riesce a scrivere cose assolutamente illuminanti sui videogiochi come oggetti culturali legati alle ideologie di riferimento, è assolutamente incapace anche solo di scorgere le potenzialità socializzanti ed educative del medium ed i conseguenti effetti positivi del loro utilizzo strutturale all'interno della mission bibliotecaria. Non si parla qui infatti semplicemente di "ludoteche", cioè di luoghi che raccolgono e fanno utilizzare giochi e videogiochi, ma di servizi integrati, che sfruttano quelle sinergie (che Bittanti stesso cita e studia) tra i medium ludico e videoludico e gli altri media messi a disposizione del pubblico delle biblioteche che sicuramente anche Bittanti ha frequentato. Per questo trovo la distinzione operata odiosa ed in malafede, non in grado ma neppure desiderosa di capire non solo quale sia il compito, la mission di una biblioteca pubblica (perché è a quella che esplicitamente si riferisce Bittanti, avesse parlato di una accademica o di conservazione il discorso sarebbe stato certamente più complesso) o le potenzialità non puramente ludiche di giochi e videogiochi. E questo, per uno studioso accademico di game studies lo trovo particolarmente grave e imbarazzante.

Blog di Matteo Bittanti: https://www.mattscape.com
Link al libro Fenomenologia di Grand Theft Autohttp://mimesisedizioni.it/fenomenologia-di-grand-theft-auto.html
Sito italiano di International Games Day/Week: https://internationalgamesdayitalia.wordpress.com
Sito internazionale di International Games Weekhttps://games.ala.org/international-games-week/

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