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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Sull'apparente dicotomia tra selezione meritocratica e sorteggio

Uno dei temi su cui mi sto concentrando è quello della “meritocrazia”. L’inizio dell’interesse è dovuto alla lettura del saggio di Christopher A. Paul The Toxic Meritocracy of Video Games (University of Minnesota Press, 2018). Lettura non nego conflittuale e che mi ha lasciato perplesso. Come era possibile criticare non la mancanza di e le storture della meritocrazia, il giudicare le persone in base alle loro azioni, ma la meritocrazia stessa. L’attenta lettura di un testo ben precedente di quello di Paul: I giochi e gli uomini di Caillois mi ha mostrato assai meglio come il concetto stesso di meritocrazia sia legato ad una fase della cultura umana, per nulla necessaria o inevitabile. Ne ho scritto diffusamente qui . È di recente uscito (l’anno scorso in inglese e nello scorso aprile in italiano per Feltrinelli) La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e perdenti del filosofo statunitense Michael J. Sandel. Nel suo libro Sandel prende spunto dallo scandalo